lunedì 10 aprile 2017

Racconto di Venezia. Quando le lapidi parlano. 5



LUCAE CIVRANO SENATORI OPT/ ET AMPLISSI. HONORIB FUNCTO/ PETRUS GORIUS EX SORORE NEPOS/ PONENDUM CURAVIT/ DECESSIT ANN LXXV MDIII//



Si tratta della lapide sepolcrale del senatore Luca Civran, morto all’età di 75 anni nel 1503.
Pietro Guoro, nipote da parte di madre, volle onorare la memoria dello zio facendo costruire un monumento sepolcrale da collocare in apposita cappella all’interno della chiesa dei Carmini.
La famiglia Civran possedeva un grande palazzo in campo dei Carmini che venne demolito nel 1845. Di esso oggi sopravvive solo un dipinto ottocentesco conservato presso il Museo Correr e la statua di un guerriero che regge lo scudo con arme Civran posta nell’angolo verso il rio del ricostruito palazzo ai Carmini.
Il palazzo di Luca Civran, dopo la sua morte, passò in eredità al nipote Pietro Guoro che, secondo il Cicogna, già a partire dal 1502 aveva iniziato a restaurarlo portando a termine i lavori nel 1507.
Grato dell’eredità ricevuta dallo zio, Pietro Guoro diede incarico a Sebastiano Mariani (Lugano, 1483 – Venezia, 1518) di realizzare il monumento funebre dello zio proprio nella chiesa vicina al suo palazzo. Non si hanno notizie precise su come doveva apparire questo monumento ma di certo, oltre alla lapide con l’iscrizione sopra riportata, aveva due angioletti reggi scudo, uno con stemma di casa Civran e l’altro con
l’effige della famiglia Guoro, oggi conservati presso lo Staatliche Museen di Berlino.
E fu ancora Sebastiano di Giacomo da Lugano a realizzare le volontà testamentarie di Pietro Guoro, morto nel 1514, costruendo un nuovo monumento sepolcrale nella stessa chiesa dove era già stato sepolto lo zio. Pietro dispone che la considerevole cifra di 106 ducati d’oro, liquidata il 18 dicembre 1515 a “magister Sebastianus de Lugano lapicida q. Ser Jacobi” abitante in “confino Sancti Angeli”, fosse versata per ogni singolo lavoro fatto “jn capella prefati c.d. petri gauro in ecclesia Sancte marie carmelitarum de Venetijs”.
A seguito delle soppressioni napoleoniche, la chiesa dei Carmini venne trasformata da conventuale a parrocchiale con la conseguente necessità di trovare un posto dove collocare il fonte battesimale. Fu così che nel 1815 si decise di sacrificare proprio la cappella ove era collocato il monumento funebre di Luca Civran.

Fonti bibliografiche e archivistiche:
Moschini G.A., La chiesa e il seminario di S. Maria della Salute in Venezia, Venezia 1842, p. 87 n. 93
Franzoi U.-Di Stefano D., Le chiese di Venezia, Venezia 1976, p. 178
Zorzi A., Venezia scomparsa, Milano 2001, p. 297
Tassini G., Curiosità veneziane – ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia, Venezia 1887, p. 157