venerdì 10 giugno 2016

Bailo racconta: il Palazzo Rinaldi

Quanti conoscono i manoscritti di Francesco Scipione Fapanni, conservati presso la Biblioteca Civica di Treviso, sanno che non si tratta di semplice cronaca di quanto era custodito in case, palazzi e chiese della provincia trevigiana, ma per quanto riguarda la città di Treviso i suoi scritti possono essere assimilati a una sorta di guida turistica in cui non si viaggia solo nello spazio ma anche nel tempo.
E laddove Fapanni scrisse il titolo nella pagina senza poi completarne la descrizione, ci pensò l'abate Bailo a completare l'opera, anche se con la sua calligrafia insicura determinata da un'età avanzata che a tratti rende difficile la lettura.
Una delle "pagine bianche" completate dall'abate Bailo riguarda quegli edifici che si affacciano su piazza Rinaldi.
Ecco cosa scrive l'erudito trevigiano, fondatore del Museo Civico nonchè direttore della Biblioteca:
"Case Rinaldi e lozzetta della Osteria della Colonna.
In nessun luogo il Fapanni fece ricordo delle case Rinaldi. Eppure la Principale o Domenicale, con una bella facciata lombarde

sca nella piazzetta e belle stanze tra le quali una con quadri di pittura tiepolesca di G.B. Canal rappresentante la caduta di Fetonte.
Il Ramo Rinaldi credo il principale padrone della casa con pozzo aperto al pubblico, terminò col vecchio Tita Rinaldi che conservò il patrimonio con (...) facendo di notte giorno e strane (...) e pagando salate e più con un artificio per cui i figli restarono con poca (..). La casa fu acquistata dal N.ob. G. B. Bianchini che la intestò alla moglie.
L’altro Ramo Rinaldi ebbe il luogo la fabbrica che forma angolo e si protende sul giardino con gli attigui molini. Il fabbricato da lungo tempo pubblico ebbe forma architettonica del Ch. Oliviero Rinaldi.
La loggetta di fronte è di forma molto interessante benchè nessuno (...). Probabilmente il locale serviva per stalla o deposito e la loggetta fu (...) di spettacoli ai quali molto bene si facevano.
La piazza innanzi (piazzetta Rinaldi) di caso facilmente si possono chiudere gli sbocchi. Ricordo infatti che nel 1846 fu così chiusa per spettacoli di cavalli e acrobatismo d’una grande compagnia. Il fabbricato della loggetta doveva essere isolato e così pare che la loggetta corresse tutto intorno aperta; nel centro del fabbricato vi è una grande colonna e così l’Osteria fu chiamata della Colonna e ne portava l’insegna.
Quel fabbricato della loggetta non sembra antichissimo; tuttavia pochi anni sono ho comperato dall’imprenditore Paparotto una vera da pozzo in macigno con stemma a rilievo che sembra del sec. XIII, proprietà d’essa osteria credo fosse dei Papparotto.
Nelle condizioni di censo di casa Rinaldi non trovo mai ricordata questa fabbrica ma forse si poteva considerare una appartenenza della casa maggiore o delle adiacenze; forse appartenente pure ai Rinaldi l’altra grande casa che ha il portico che si apriva, ancora dei Rinaldi ora credo sia del (..) Barbisan. Vi è sopra al pozzo (...) uno stemma coperto di malta che deve essere bellissimo, se si scoprirà."

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