Quanti conoscono i manoscritti di
Francesco Scipione Fapanni, conservati presso la Biblioteca Civica
di Treviso, sanno che non si tratta di semplice cronaca di quanto era custodito
in case, palazzi e chiese della provincia trevigiana, ma per quanto riguarda la
città di Treviso i suoi scritti possono essere assimilati a una sorta di guida
turistica in cui non si viaggia solo nello spazio ma anche nel tempo.
E laddove Fapanni scrisse il titolo
nella pagina senza poi completarne la descrizione, ci pensò l'abate Bailo a
completare l'opera, anche se con la sua calligrafia insicura determinata da
un'età avanzata che a tratti rende difficile la lettura.
Una delle "pagine
bianche" completate dall'abate Bailo riguarda quegli edifici che si
affacciano su piazza Rinaldi.
Ecco cosa scrive l'erudito
trevigiano, fondatore del Museo Civico nonchè direttore della Biblioteca:
"Case Rinaldi e lozzetta della
Osteria della Colonna.
In nessun luogo il Fapanni fece
ricordo delle case Rinaldi. Eppure la Principale o Domenicale, con una bella facciata
lombarde
sca nella piazzetta e belle stanze tra le quali una con quadri di pittura tiepolesca di G.B. Canal rappresentante la caduta di Fetonte.
Il Ramo Rinaldi credo il principale
padrone della casa con pozzo aperto al pubblico, terminò col vecchio Tita
Rinaldi che conservò il patrimonio con (...) facendo di notte giorno e strane
(...) e pagando salate e più con un artificio per cui i figli restarono con poca
(..). La casa fu acquistata dal N.ob. G. B. Bianchini che la intestò alla
moglie.
L’altro Ramo Rinaldi ebbe il luogo
la fabbrica che forma angolo e si protende sul giardino con gli attigui molini.
Il fabbricato da lungo tempo pubblico ebbe forma architettonica del Ch.
Oliviero Rinaldi.
La loggetta di fronte è di forma
molto interessante benchè nessuno (...). Probabilmente il locale serviva per
stalla o deposito e la loggetta fu (...) di spettacoli ai quali molto bene si
facevano.
La piazza innanzi (piazzetta
Rinaldi) di caso facilmente si possono chiudere gli sbocchi. Ricordo infatti
che nel 1846 fu così chiusa per spettacoli di cavalli e acrobatismo d’una
grande compagnia. Il fabbricato della loggetta doveva essere isolato e così
pare che la loggetta corresse tutto intorno aperta; nel centro del fabbricato
vi è una grande colonna e così l’Osteria fu chiamata della Colonna e ne portava
l’insegna.
Quel fabbricato della loggetta non
sembra antichissimo; tuttavia pochi anni sono ho comperato dall’imprenditore Paparotto
una vera da pozzo in macigno con stemma a rilievo che sembra del sec. XIII,
proprietà d’essa osteria credo fosse dei Papparotto.
Nelle condizioni di censo di casa
Rinaldi non trovo mai ricordata questa fabbrica ma forse si poteva considerare
una appartenenza della casa maggiore o delle adiacenze; forse appartenente pure
ai Rinaldi l’altra grande casa che ha il portico che si apriva, ancora dei
Rinaldi ora credo sia del (..) Barbisan. Vi è sopra al pozzo (...) uno stemma
coperto di malta che deve essere bellissimo, se si scoprirà."
Nessun commento:
Posta un commento