RUBEIS PARMENSIBUS/ PATRITIIS
VENETIS/ BERCETI COMITIBUS/ DEPOSITIS//
Lapide sepolcrale di Guido Maria
Rossi, Conte di Berceto.
La lapide proviene dalla chiesa della Carità di Venezia, oggi sede delle Gallerie dell’Accademia.
La chiesa della Carità faceva
parte del più ampio complesso composto anche dal convento dei canonici
lateranensi e dalla Scuola Grande di Santa Maria della Carità. La posa della
prima pietra dell’originaria fabbrica della Carità risale al 1116, di
dimensioni più modeste rispetto alla volumetria oggi visibile, a tre navate di
stile bizantino internamente decorata con mosaici. Nel 1134 venne costruito
anche il primo monastero aderente alla chiesa per ospitare i monaci dell’ordine
lateranense provenienti da Ravenna. Al 1260 spetta invece il primo insediamento
della Scuola dei Battuti, che poi assumerà il titolo di Scuola della Carità,
istituzione che nel tempo diventerà ricca e importante tanto da essere
annoverata tra le Scuola Grandi di Venezia. Con l’elezione al soglio pontificio
di Eugenio IV Condulmer nel 1431 inizia anche una nuova fase per i canonici
lateranensi della Carità.
Il nuovo papa assegnò loro sostanziose rendite che
permisero di avviare imponenti lavori di ricostruzione e ampliamento sia della
chiesa che del convento, lavori che erano già quasi conclusi nel 1450 e che
fornirono al complesso chiesastico uno spettacolare stile gotico fiorito. Un secolo
dopo, i frati affidarono il rimodernamento in senso classico delle fabbriche ad
Andrea Palladio, intervento che significò anche l’allargamento con
l’acquisizione di nuovi terreni.
Gli
interventi architettonici e urbanistici che interessarono l’area della Carità
trasformarono completamente il complesso: nei primi anni del XIX secolo vi fu
il riadattamento per ospitare l’Accademia delle Belle Arti e le costituende
Gallerie dell’Accademia, nel 1854 la costruzione del nuovo ponte sul Canal
Grande e in quegli stessi anni l’interramento dei due canali paralleli
che fin d’antichità avevano definito in profondità l’insula su cui era nata e
cresciuta la Carità.
Ma chi era Guido Maria de' Rossi?
La famiglia Rossi (o de’ Rossi)
aveva il suo feudo a San Secondo Parmense, dove ancora oggi esiste la Rocca Rossi costruita
nel 1385.
La lapide pur non citando il nome
di battesimo (si potrebbe ipotizzare che si tratti di un frammento o di
un’iscrizione in origine distribuita su due lastre), si riferisce a Guido Maria
Rossi, conte di Berceto. Guido de' Rossi nacque tra il 1435 ed il 1445 da
Pier Maria II detto il Magnifico e da Antonia dei conti Torelli.
Scarse sono le notizie intorno alla sua vita sino al 1478 quando fu
eletto dal Duca di Milano governatore di Pontremoli e della Lunigiana e nel
1479 nominato condottiere di uomini d'arme. Dopo la morte del padre, avvenuta nel
1482, dovette affrontare gli attacchi di Lodovico il Moro che nutriva mire espansionistiche
nelle terre del casato dei de’ Rossi, fino a che il 12 settembre di quell’anno
dovette cedere le armi e su istanza del suocero, il milanese Filippo Borromeo (aveva
egli sposato la figlia Ambrosina), decise di patteggiare la resa. Le condizioni
a cui dovette assoggettarsi furono molto pesanti, tra cui la perdita di molte
terre e privilegi feudali fin lì detenuti in vari castelli del parmense. I
movimenti ostili dei suoi fratelli, Giacomo in particolare, istigati dai
Veneziani a proseguire la guerra, fecero riprendere le armi contro il Moro.
Questo costò al De’ Rossi, oltre alla dichiarazione di traditore ribelle, la
perdita dei trentatré castelli che gli erano stati lasciati nella pace
precedente. Con la pace di Bagnolo del 7 agosto 1484 fu sancito che i Rossi non
fossero reintegrati nei loro possedimenti, anzi per disposizione preventiva fu
stabilito che il Moro dovesse essere padrone di tutte le loro terre, che poi
egli distribuì a suoi favoriti. Guido de’ Rossi, esule volontario, riparò a
Venezia, entrando a servizio della Repubblica. Gli fu assegnata una pensione e
la condotta di 200 uomini d'armi e 300 arcieri a cavallo. Il Rossi sarà
ricordato dai veneziani come uno dei comandanti che partecipò alla cruenta battaglia
di Calliano del 1487, nel corso della guerra di Rovereto fra i Veneziani e
Sigismondo Conte del Tirolo. Le conseguenze politiche dell’impresa guidata da Guido de' Rossi,
oltre che impedire ai Tirolesi una netta vittoria su Venezia, consentirono alla
Serenissima Repubblica di mantenere i propri confini e di garantire il possesso
su Rovereto per altri vent'anni.
Guido de’Rossi e Ambrogina Borromeo diedero i natali a Bernardo,
vescovo di Treviso e Belluno, ritratto nel 1505 da Lorenzo Lotto.
Guido de'
Rossi morì in Venezia nel 1490. Scrisse
l'Angeli che "se ne morì in Vinegia con molto dolore di tutta la città.
La pompa funerale fu solennemente fatta per ordine della Repubblica, e con
molto honorata oratione fu lodato da Marco Antonio Sabellico, e seppellito
nella chiesa della Carità".
Fonti bibliografiche e archivistiche:
Angeli
Bonaventura, Historia della città di
Parma et descrittione del fiume Parma, Parma 1591, p. 347
Bembo M.P.,
Della Istoria Viniziana, tomo I,
Venezia 1790, p. 1487
Moschini
G.A., La chiesa e il seminario di S.
Maria della Salute in Venezia, Venezia 1842, p. 87 n. 94
Franzoi
U.-Di Stefano D., Le chiese di Venezia,
Venezia 1976, pp. 216-223
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