Passeggiando per Valvasone
La visita al piccolo borgo di Valvasone in Friuli,
è stata fonte di ispirazione per fare alcune considerazioni circa le tracce lasciate
sugli edifici dalle modifiche che si sono susseguite nel tempo.
A volte si tratta di segni quasi impercettibili,
piccole giunture di muratura o riprese di intonachi, ma in diversi casi è
invece possibile riconoscere interventi di trasformazione, che non hanno
interessato solo le facciate ma hanno profondamente modificato anche l’assetto
degli edifici.
Vi proponiamo alcune immagini.
Questa è la facciata laterale del castello di Valvasone. Si notano tessiture
muraria e tipologia di aperture diverse. E anche il colore della muratura
cambia: osservando l’area affianco al pluviale si nota la mancanza di
ammorsamento della muratura tra la parte con la bifora trilobata e l’avancorpo
con terrazzino e apertura ad arco a tutto sesto. Quest’ultima è un’evidente
aggiunta posteriore.
Qui sotto vediamo la facciata principale del castello, dove sulla
destra si vede anche un pezzo del muro in acciottolato che porta all’ingresso
del maniero. Si possono notare la varietà di aperture. Sulla sinistra fornici
disposti in modo regolare su tre file sovrapposte con incorniciatura in pietra
modanata e trabeazione leggermente aggettante, tutte chiuse da balconi: è
evidente come tali finestre furono aperte o modificate in periodo più tardo
rispetto alle altre presenti sulla facciata.
Sulla destra le aperture sono disposte in modo
disordinato e con forme che variano ad ogni piano: a piano terra una singola
finestra con cornice a imitazione di quelle di sinistra; al piano superiore due
finestre rustiche protette da un'unica lunga cornice aggettante che un tempo
costituiva il piano d’imposta delle colonne di una loggia; il terzo ordine di
finestre è invece costituito da due piccole aperture quadrate, aperte dopo che
la loggia ad archi a tutto sesto venne tamponata. L’ultimo piano infine è
illuminato da altre due finestre di forma quadrata poste quasi nella linea di
sottogronda della facciata.
Ora proviamo a immaginare come doveva essere
questo prospetto. Probabilmente le finestre avevano dimensioni simili a quelle
del secondo ordine poste sulla destra, oppure anche minori; val la pena sottolineare che, come riportano
alcuni dati notarili dell’inizio del XVI secolo, la presenza di vetri a
chiusura delle finestre fossero una presenza inusuale e che il riparo dalle
intemperie era assicurato dalle “impannate”.
Ma torniamo alla nostra facciata. L’elemento che
modificava radicalmente, rispetto ad oggi, la percezione dell’insieme era la loggia del terzo piano: quattro arcate
aperte sulla piazza da dove i castellani potevano affacciarsi. Una loggia che
dava profondità al prospetto e che lasciava solo intuire cosa si aprisse oltre,
quasi sicuramente un salone.
Ci spostiamo in zona Duomo, ad osservare la facciata di un’altra
casa. A prima vista potrebbe sembrare una casa anonima, come tante presenti
nelle nostre città. Sicuramente questo edificio subì delle modifiche nel corso
dell’Ottocento che causò un riassetto sia della struttura che del prospetto. Un
dettaglio attira ancora l’attenzione del visitatore: accanto a una finestra
rettangolare con cornice in pietra e piattabanda in mattoni, è affiancato il
profilo di un’antica apertura ad arco lobato inflesso, decorata con una finta
incorniciatura profilata in rosso che prosegue fin sulla fascia marcapiano, a
nastro interrotto, con un semplice
pilastrino a capitello dentellato. Da notare la fascia decorativa laterale, di
gusto ancora medievale con motivi a tralci vegetali entro listelli rossi.
La provvida caduta dell’intonaco della facciata ci
ha permesso di svelare l’antico una piccola porzione dell’antica facciata.
E qui invece abbiamo un piccolo capolavoro di stratigrafia: volendo
ci si potrebbe passare un’intera giornata a identificare tutte le tamponature e
le nuove aperture!
Interessante notare la varietà di materiali usati:
dalle pietre ai ciottoli finanche i mattoni. Ricordiamo che Valvasone si trova
vicinissimo al fiume Tagliamento dove l’approvvigionamento di ciottoli e pietre
era assicurato. Il mattone invece è materiale meno consueto, vista la
lontananza di cave d’argilla dove trarre la materia prima per formare i
mattoni.
In questa parete si può trovare di tutto:
dall’edificio costruito in appoggio, vedi la linea affianco al terrazzino, a
una finestra ad arco inflesso tamponata, una finestra rettangolare con
piattabanda e contorni in mattoni, un accesso ad arco ribassato tamponato e un
altro ingresso ricavato nella muratura in pietra. Insomma, un vero manuale di
trasformazioni che potrebbe diventare anche un gioco nel ritrovare l’intruso o
per ricostruire il prospetto originale (sempre che antiche aperture non siano
andate distrutte nel costruire finestre di dimensioni maggiori).
Di Valvasone avremo potuto raccontarvi la sua
storia, con date ed eventi. Invece abbiamo preferito darvi nuovi spunti di
osservazione e perché no, anche di gioco, perché tutti i luoghi con una storia
portano i segni dei cambiamenti, degli adeguamenti ai nuovi tempi.
Per avere maggiori informazioni storiche, vi
invitiamo a visitare il sito: http://borgoanticodivalvasone.it/
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