1920 Coppa Bonmartini |
Questa storia
ha inizio qualche anno fa quando la Soprintendenza ci diede un incarico per compilare
400 schede Autore all’interno del progetto di catalogazione della Raccolta
Salce.
Una lista di
400 nomi, acronimi e pseudonimi che avevano bisogno di identità anagrafica
oltre che professionale.
Per alcuni
artisti non fu difficile trovare i dati richiesti dalla schedatura, consultando
banche dati di musei o collezioni, oppure pubblicazioni online.
1927 Coppa Schneider |
Per altri
invece, supponendo il luogo di nascita – la ricerca è fatta anche di colpi di
fortuna -, siamo ricorsi agli Uffici Anagrafe, come nel caso di Gino Francioli,
Ester Sormani, Bruno Bellesia, Giulio Giuli, Delfo Previtali ecc.
Divenne invece quasi un tormentone, la ricerca riguardante l'identità di un gruppetto di artisti; una sfida
impossibile per capire chi fossero e in che ambito avessero lavorato.
Fu il caso di Emka, cartellonista molto attivo e con guizzi di originalità - tra i tanti lavori realizzati creò l'immagine icona dei Baicoli della Colussi - dietro il cui pseudonimo potrebbe celarsi il pittore veronese Manlio Cappellato (ci ripromettiamo in un prossimo futuro di tornare a occuparci di lui per dare eventuale conferma della nostra ipotesi); Mario Rossi, famoso per i suoi cartelloni della Motta
o della China Martini; Giorgio Viola e tanti altri.
1928 Varie forme di aeroplani moderni |
Fra questi
“casi impossibili” rientrava anche Umberto Di Lazzaro, attivo per poco più di
un decennio a cavallo tra gli anni Venti e Trenta del Novecento, con una
produzione nota che non arriva a quindici cartelloni. E questo nonostante che in ogni pubblicazione o esposizione di aeropittura egli venga citato.
Per chi fa
ricerca la resa è sempre difficile da accettare e spesso senza un motivo ci si
trova, anche a distanza di tempo, a spiluccare in qualche archivio o banca dati
per vedere se può emergere qualche nuova informazione.
1928 Nomenclature generali dell'aeroplano |
Il fato ha
voluto che da un rimando all’altro di notizie si arrivasse a Trivento, comune
della provincia di Campobasso dove ebbero i natali i genitori di Eldo Di
Lazzaro, cantante divenuto famoso negli anni Trenta-Quaranta per aver composto
canzoni come Chitarra Romana.
Tutte le
notizie relative a Eldo di Lazzaro e alla sua famiglia sono raccolte nella
banca dati dell’archivio MeMo e proprio in questo archivio si trova anche un
Umberto Di Lazzaro, nato a Roma il 30/08/1898 e morto nella capitale il
20/06/1968.
1927 Giro aereo d'Europa |
Con pazienza,
sfogliando tutti i record dei Di Lazzaro, è stato possibile ricostruire
l’intero nucleo famigliare di Umberto.
Figlio di
Ferdinando e Degenia Siliprandi, Umberto ebbe sei fratelli, il più anziano,
Erasmo nacque a Ravenna nel 1885, Elvira e Raniero a Trivento nel 1888, e gli
altri, a partire da Riccardo nel 1892, nacquero tutti a Roma, (Ottorino 1895 e
Irma 1897).
Ciò che
mancava a questo punto era sapere la professione di Umberto e gli
amministratori della banca dati MeMo hanno confermato che nei documenti in loro
possesso Umberto è registrato come “disegnatore”.
1931 Trasvolata Italia-Brasile |
Non sappiamo
in quale scuola abbia acquisito tale titolo ma probabilmente si trattava di un
istituto tecnico dove poté assecondare la sua passione per gli aerei che
disegnava con estrema perizia e in modo molto realistico.
Il suo primo
cartellone conosciuto è quello realizzato per la Coppa Bonmartini nel 1926
dove l’opera di Di Lazzaro è ancora profondamente condizionata dallo stile realistico
dei cartellonisti di inizio secolo: un ragazzino con pantaloni corti rincorre
il suo modellino prima che questo tocchi terra.
Ma già nel
1927, quando si cimenta con la realizzazione del cartellone
per la Coppa Schneider che si
svolse
1933 Trasvolata del decennale |
Di Lazzaro
però, nonostante questo acerbo guizzo futurista, non riuscirà mai ad essere
annoverato tra gli aeropittori e di fatto non parteciperà mai a nessuna
esposizione dedicata alla nuova arte.
1933 Trasvolata del decennale |
Nei manifesti
successivi a quello della Coppa Schneider
infatti torna a prevalere la sua formazione tecnica, dove il gusto per il
dettaglio dell’aereo prevale sulla fantasia compositiva, come se non riuscisse
a far suo quel quarto punto del manifesto degli aereopittori che enunciava:
“dipingere dall’alto questa nuova realtà impone un disprezzo profondo per il
dettaglio e una necessità di sintetizzare e trasfigurare tutto”. Di Lazzaro di
fatto non riuscirà mai veramente a prendere il volo verso una sintesi della
rappresentazione perché a lui non interessava tanto una visione trasfigurata
del mondo visto dall’alto quanto piuttosto la macchina per raggiungere
quell’obiettivo.
1933 Crociera del decennale |
Difficile
quindi assimilare l’arte di Di Lazzaro a quella di Fedele Azari, Giacomo Balla,
Tullio Crali, Gerardo Dottori, Fortunato Depero e tanti altri.
1936 ca. Linee aeree italiane |
Di Lazzaro
alla fine si lasciò trasportare più dalla sua passione per l’aeronautica e la
propaganda di regime che all’adesione a un movimento artistico che
probabilmente sentiva estraneo.
Del 1931 è il
manifesto della Trasvolata Italia-Brasile
con protagonista Italo Balbo e del 1933 sono i manifesti della Trasvolata atlantica del Decennale -
anche questa impresa compiuta da Balbo partendo dalla capitale italiana e
raggiungendo New York in pattuglia con 25 idrovolanti - dove il carattere
descrittivo è preponderante sulla fantasia, salvo in quello della Crociera aerea del Decennale in cui
l’Italia è rappresentata dalla faccia del Duce scolpita sulla pietra bianca e gli
Stati Uniti dallo skyline di New York che ricorda vagamente la lezione di
Sant’Elia.
E’ solo nel
suo ultimo manifesto conosciuto che Umberto di Lazzaro cerca di tornare alla
lezione dei maestri futuristi, quel cartello realizzato attorno al 1936 per
l’ENIT che pubblicizza le Linee Aeree
Italiane. Due aerei stilizzati, uno rosso e uno bianco, si incrociano in
volo, uno in fase di decollo e uno in atterraggio ed entrambi presentano le
stesse roboanti scie di un mondo che corre, o meglio che vola a una velocità
supersonica.1927 Circuito dell'Atlantico |
1931 Crociera Transatlantica |
Cosa sia stata
l’attività di Di Lazzaro dopo questo suo ultimo manifesto fino al 1968, anno
della sua morte, non è dato ancora sapere. Forse ha assecondato la sua
passione prediligendo il disegno meccanico degli aerei all’effimera arte
passeggera della pubblicità.
(Silvia Rizzato)
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